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IL SECONDO MODULO ATH

Una volta sviluppato il primo modulo, il puledro è pronto ad affrontare il percorso di preparazione alla sella.

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Completato il primo modulo il puledro o cavallo dovrebbe essere perfettamente gestibile da terra, con la capacità di affrontare problemi complessi, rispettare il cavaliere e lavorare in completa fiducia. Perciò possiamo dire che il primo modulo agisce sul legame cavallo-cavaliere ed instaura un rapporto di fiducia reciproca oltre ad insegnare la gestione quotidiana in tutti i suoi aspetti. Questo modulo inziale non verrà tuttavia archiviato per il fatto di iniziarne uno nuovo. Anzi, ogni inizio settimana o dopo un periodo di riposo o fermo mi piace ricominciare sempre con il primo modulo, in modo che il puledro o il cavallo rientri mentalmente nell’idea di lavoro con esercizi ben conosciuti ed ormai semplici per lui. I successivi giorni della settimana invece vedranno l’allievo cimentarsi con il secondo modulo e con tutta la nuova serie di esercizi.

Foto 1 – Il secondo modulo si articola come il primo in due parti. Una di esercizi quotidiani e una di esercizi che una volta appresi non verranno ripetuti.

Struttura

Come per il primo modulo, anche questo secondo è diviso in due parti (Foto 1). La prima riguarda 12 esercizi da ripetere quotidianamente man mano che il puledro li apprende. La seconda parte, sempre come per il primo modulo, riguarda una serie di 31 esercizi che vertono sulla gestione quotidiana del puledro e che una volta appresi non verranno ripetuti, salvo evidente necessità di ripasso.

 

 

Foto 2 – Il bosal per fascione ATH è realizzato per ottimizzare il lavoro con il fascione nell’obiettivo del rinforzo muscolare. È il collegamento ideale tra la capezza d’addestramento e il futuro bosal per il lavoro in sella.

Prima parte

 

La prima parte raggruppa una serie di esercizi che lavorano sulla ricerca della maturazione mentale del puledro e sulla costruzione muscolare e di coordinazione con la finalità di rinforzare la struttura per reggere poi il peso della sella e quindi del cavaliere. Vi sono esercizi per imparare a cedere alla pressione, a mantenere l’andatura, ad impegnare correttamente spalle e posteriori, a mettersi in equilibrio unendo sapientemente forza ed elasticità. Si conclude con gli esercizi di bosal in fascione, ovvero 3 esercizi che impartiranno al puledro i comandi di base del bosal, grazie al bosal per fascione ideato da ATH (Foto 2) che, in combinata con i cordini per lavoro in fascione, permetteranno di formare e rinforzare la muscolatura adatta al sostegno del peso del cavaliere.

 

Seconda parte

La seconda parte del secondo modulo prevede una serie di esercizi di rinforzo e approfondimento della gestione quotidiana rispetto a quelli del primo modulo. Viene alzata l’asticella per la razionalizzazione, con prove più complesse e molte di esse in movimento, sfruttando lo stesso fascione. Così, mentre per il primo modulo la razionalizzazione era per lo più statica, qui diventa dinamica. Molte barriere entrano a far parte della quotidianità del puledro, obbligandolo a prendere coscienza dei suoi movimenti, della propriocezione e della capacità di muovere i suoi piedi. Pian piano si inizia a conoscere il filetto (Foto 3), sempre in maniera passiva, senza redini, con il solo fine di abituare la bocca a questo nuovo strumento, se pur inerme. Anche molte altre attrezzature rientreranno nel novero delle esperienze da conoscere, tra cui fasce, stinchiere, fino ad arrivare alla sella (Foto 4). Molti di questi esercizi vengono sviluppati in diversi momenti per permettere al puledro di conoscerli ed accettarli nella miglior maniera possibile.

Foto 3 – Durante il secondo modulo il puledro impara a conoscere il filetto inerme, in modo di avere il tempo di comprendere come gestire questo nuovo strumento nella sua bocca.

 

Obiettivi

Come anticipato ad inizio articolo, il secondo modulo preparerà il puledro al cavaliere, sia mentalmente che fisicamente. Per il nostro allievo può essere una fase di transito piuttosto impegnativa e meno entusiasmante della prima, ma necessaria per la sua mente inesperta a fargli conoscere il senso del lavoro e della responsabilità. Può durare da uno a tre mesi, a seconda dello sviluppo fisico del puledro e della sua crescita mentale. Ricordiamo che la muscolatura di un cavallo si inizia a sviluppare dopo circa tre mesi di lavoro e se tutto è andato bene fino ad ora, dovremmo essere tra il secondo ed il terzo mese di lavoro dall’inizio della doma. A conclusione del secondo modulo, il puledro accetterà serenamente la sella e tutti i suoi accessori in ogni situazione. Così sarà davvero pronto ad accettare l’arrivo del cavaliere sulla sua schiena.

Foto 4 – Grazie al secondo modulo il puledro familiarizza con molta dell’attrezzatura che in futuro farà parte della sua quotidianità, tra cui sella, fasce, back cinch, sottocoda, stinchiere e via dicendo.

 

 

BOSAL O FILETTO

 ATH ha deciso nel suo programma di addestramento di iniziare dal bosal per ginnasticare e rinforzare i muscoli del puledro. Questo perché l’alunno ha già appreso le cessioni della pressione sul naso che abbiamo insegnato grazie alla capezza d’addestramento e il passaggio al bosal è un passaggio semplice e di facile comprensione. Quindi si crea un continuum tra capezza e bosal da fascione, strumento studiato appositamente da ATH per questo proposito. Il bosal classico lavora come una leva sul naso, mentre il bosal per fascione si comporta più come la capezza, con in più la rigidità che consente di indirizzare più precisamente gli aiuti e le pressioni. Il bosal da fascione potrebbe definirsi un ibrido tra bosal classico, capezza d’addestramento e side-pull. Si potrebbe iniziare direttamente con il filetto? Nulla è vietato nell’addestramento, quindi sono filosofie. Nel caso si volesse procedere direttamente con il filetto, si può iniziare gradatamente con gli esercizi in fascione così che il puledro impari a gestire il nuovo strumento, ma viene a mancare il continuum che prima dicevamo e si crea una frattura tra tutto quello che egli ha imparato fino a qui e l’azione del nuovo strumento. Non per questo è vietato o significhi che il lavoro non verrà comunque bene.

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